In un regno le truppe marciano vittoriose verso la frontiera, convinte di raccogliere solo gloria dalle loro conquiste. Il re, udendo i suoi soldati cantare mentre marciano, si interroga sulla natura della loro canzone, che non gli sembra sufficientemente allegra per degli uomini in procinto di vincere. Nonostante gli inni composti da Schroeder per esaltare lo spirito dei soldati, essi preferiscono una canzone propria, la cui malinconia sembra in contrasto con la loro situazione fortunata.
Il primo consigliere del re spiega che i soldati hanno le loro preferenze, paragonabili a quelle dei bambini, e tendono a scegliere canzoni che riflettono i loro sentimenti piuttosto che gli inni ufficiali. Il re rimane perplesso, sentendo che la canzone ha un tono triste piuttosto che trionfale.
Man mano che le battaglie continuano, con il nemico che viene costantemente sconfitto e il territorio nemico annesso al regno, la canzone dei soldati rimane la stessa, triste e piena di amarezza. Nonostante le ricchezze, le conquiste, e il conforto materiale, i soldati mantengono la loro “fissazione” per quella canzone, che sembra esprimere una malinconia e un malcontento in netto contrasto con le loro vittorie.
Generali e ufficiali discutono sulla canzone, incapaci di comprenderne le parole o il significato, ma percepiscono una dissonanza tra il contenuto apparentemente malinconico della canzone e la serie di trionfi che stanno vivendo. La canzone parla di soldati che non riescono a trovare la via del ritorno, di amori lasciati indietro segnati da una croce, suggerendo una perdita irreparabile e un destino amaro.
Nonostante le continue vittorie e l’espansione del regno, il canto dei soldati non cambia, trasmettendo un presagio oscuro che sembra ignorato da tutti tranne che dai soldati stessi. Alla fine, la premonizione contenuta nella canzone si avvera: le armate, avanzando di vittoria in vittoria in terre lontane e inospitali, finiscono per non tornare mai a casa, lasciando dietro di sé solo foreste di croci, simbolo delle vite perdute.
Il racconto si chiude con l’immagine desolante di una capitale vuota, le finestre della reggia sprangate, e l’avvicinarsi di carriaggi stranieri, segno della caduta del regno che aveva creduto ciecamente nella propria invincibilità, ignorando i presagi nascosti nella canzone dei suoi soldati. La canzone, inizialmente percepita come inadatta e malinconica per la guerra, si rivela essere l’eco di una verità più profonda e tragica, ignorata dai potenti ma sentita nel cuore dei soldati.