Gaspare Planetta, ex capo brigante, viene rilasciato dalla prigione dopo tre anni, trasformato e invecchiato dalla malattia. Ritorna a Monte Fumo, sperando di riunirsi con la sua vecchia banda, ma scopre che le cose sono cambiate. I suoi vecchi amici e compagni, ora sotto il comando di Andrea, non lo riconoscono più come capo e mostrano segni di sfiducia nei suoi confronti. Planetta percepisce di essere diventato indesiderato e inadatto a dirigere nuovamente la banda, che ora vede Andrea come un capo forte e dominante.
Planetta lascia il gruppo, sentendosi deluso e sconfitto, ma incontra un giovane chiamato Pietro, che è ansioso di unirsi alla vita dei briganti. Il giovane è pieno di entusiasmo e desiderio di immergersi nel mondo del brigantaggio, e vede in Planetta un maestro e una guida. Al contrario, Planetta appare riluttante, come se qualcosa lo trattenesse dal ripiombare completamente nelle sue vecchie abitudini criminali. Insieme, trascorrono il tempo preparandosi, anche se Planetta sembra essere in una continua lotta interna, ritardando e evitando azioni dirette o tentativi di riunione con la vecchia banda.
Con il passare del tempo, Pietro si spazientisce e si accorge delle esitazioni di Planetta. Lo accusa di averlo tenuto con delle false promesse, mentre Planetta cerca di mantenere un tono scherzoso, nascondendo il suo vero intento.
La mattina seguente, Planetta si alza presto, decidendo di andare ad assalire il Gran Convoglio da solo, mantenendo così una promessa fatta, anche se in modo scherzoso, al ragazzo. Pietro, inizialmente scettico e frustrato, decide di seguire Planetta, temendo che l’uomo stia realmente andando all’assalto.
I due si appostano per l’assalto, ma Pietro è visibilmente preoccupato e cerca di convincere Planetta a desistere, ritenendo l’azione una pazzia. Planetta, tuttavia, è deciso e determinato a portare avanti il suo piano, nonostante l’assenza degli altri compagni e la soverchiante presenza del nemico.
L’assalto si rivela tragico. Planetta e Pietro vengono colpiti dai nemici, e in mezzo al silenzio e alla tensione dell’attesa, si vedono apparire dei cavalieri. Sono i vecchi compagni di Planetta, ora fantasmi o visioni, che sembrano essere venuti a prendere Planetta con loro. Il racconto si conclude in un’atmosfera surreale e melanconica, dove il confine tra realtà e illusione è sottile, e dove la morte e il sacrificio sembrano essere gli unici veri compagni rimasti ai protagonisti.