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Notte d’inverno a Filadelfia (di Dino Buzzati) – riassunto


In “Notte d’inverno a Filadelfia”, racconto di Dino Buzzati, si narra di Gabriele Franceschini, una guida alpina che, durante l’esplorazione delle Dolomiti nel luglio del 1945, scopre i resti di un aereo americano precipitato mesi prima. La sua ricerca lo porta a trovare vari oggetti e, infine, il corpo del sottotenente F. P. Muller di Filadelfia, disperso dopo essersi lanciato con il paracadute. Nonostante gli sforzi per recuperare il corpo, questo viene infine abbandonato e, successivamente, cremato dai pastori locali per via del suo odore insopportabile. Gli americani recuperano solo le ossa tre mesi dopo, lasciando una croce come memoria.

Parallelamente, si descrive l’esperienza di Muller, che si lancia dall’aereo e si ritrova isolato nelle montagne. Dopo aver tentato invano di chiamare aiuto e affrontato la solitudine e il freddo, immagina di vedere Filadelfia desolata e irriconoscibile, simbolo di un mondo lontano e ormai inaccessibile. La narrazione illustra il contrasto tra il ricordo caldo e vivace della sua città e la realtà crudele e gelida della sua situazione attuale. Alla fine, comprendendo l’impossibilità di essere salvato, tenta una disperata discesa, che si conclude con la sua caduta.

Il racconto, utilizzando la tecnica dell’analessi, crea un ponte tra il passato e il presente, intrecciando la storia personale di Muller con quella della sua scoperta postuma. Attraverso dettagli concreti e una narrazione diretta, Buzzati esplora temi come la solitudine, la speranza, e l’accettazione della realtà, offrendo al lettore una riflessione sulla condizione umana di fronte all’inevitabile.